Scopri in questo articolo ti presenterò alcuni piatti tipici piemontesi, la mia regione natia. Parleremo infatti sia di antipasti che di primi, secondi e dolci che puoi assaggiare in Piemonte.
Siccome vivo in Veneto, una regione attualmente arancio, in questo periodo non mi posso ancora spostare personalmente tra le regioni e allora vola insieme a me con la fantasia in questa regione d’eccellenza enogastronomica, sia a livello nazionale che internazionale per i suoi vini straordinari e per la sua alta cucina. Vieni in Piemonte insieme a me!
Molto spesso parlando di piatti tipici piemontesi si potrebbe pensare solo ed esclusivamente alla Bagna Cauda. Ma lo sapevi che il Ministero delle Politiche agricole e alimentari ha riconosciuto ben 341 prodotti come tradizionali piemontesi?
Sei curioso? Mettiti comodamente seduto e preparati a mangiare con gli occhi!

Antipasti tipici piemontesi
La cucina piemontese è molto valorizzata dall’utilizzo della carne e questo non dovrebbe stupirti, visto che il Piemonte alleva a pascolo la razza bovina Fassona, pregiata come e quanto la famosissima Chianina toscana. Pensa che un ristorante in Piemonte è arrivato a specializzarsi esclusivamente in antipasti tanto da prevederne nel suo menù ben 70 differenti! Io te ne presenterò due dei piatti tipici piemontesi che consiglio assolutamente di assaggiare!
Leggi anche cosa vedere durante un weekend a Torino.
Vitello tonnato
Il Vitel tunè è uno dei piatti più tipici piemontesi. Viene preparato facilmente con dell’ottimo girello di Fassona che viene cotto nel vino bianco e successivamente tagliato in fette finissime impreziosite dalla salsa tonnata, la vera protagonista del piatto! Come indica il nome stesso, la salsa è a base di tonno ma non solo. Nella composizione sono presenti anche uova, acciughe sott’olio e capperi dissalati, frullati tutti insieme fino ad ottenere una crema la cui consistenza può variare a seconda dei gusti, estremamente delicata ed invitante.

Fassona cruda battuta al coltello
Questo è un antipasto che spesso stupisce i miei amici quando capita di parlarne. Molti di loro mi guardano come se io fossi E.T. e mi chiedono: “ma è carne cruda?”. Chiaramente la risposta è affermativa e personalmente non lo trovo più strano di chi ama andare a mangiare il sushi e adora il pesce crudo.
Ci tengo però a sottolineare che la carne di Fassona che ti ricordo viene allevata esclusivamente in Piemonte, è tenerissima e magra e la sua consistenza è finissima. Questo piatto all’apparenza “povero” richiede una particolare lavorazione.
La carne dev’essere tritata più volte a mano sul momento con un coltello molto affilato e condita con olio, sale, pepe e aglio nella sua versione tradizionale. Ultimamente spesso è arricchita con scaglie di parmigiano, gocce di aceto balsamico e un fine trito di sedano. Dov’è il segreto? Proprio nella carne Fassona. I migliori ristoranti si affidano ai macellai di fiducia da cui acquistano ogni giorno la carne fresca.
Sconsiglio vivamente di comprare della carne al supermercato da mangiare cruda senza sapere né la provenienza né da quanto tempo è stata tritata. Mi raccomando!

Primi piatti tipici piemontesi
La cucina piemontese prevede anche molti primi piatti che vanno dalla polenta cunsa agli gnocchi all’ossolana con la zucca e le castagne ai risotti, alla panissa. Oggi però vi parlerò dei miei due primi preferiti che mi ricordano la mia infanzia.
Agnolotti al Plin
In assoluto per me il n. 1 dei piatti tipici piemontesi. Pensate che a Calliano, in provincia di Asti, ogni anno fanno addirittura una sagra solo a base di agnolotti. Sono come dei piccoli ravioli e vengono chiamati “Al Plin” ovvero a pizzicotto, perché indicano la tecnica con cui solitamente questa pasta viene chiusa.
Il ripieno può essere sia a base di carne (vitello, maiale e anche d’asino) che di verdure, tipicamente spinaci e formaggio ma anche mista (carne d’arrosto e spinaci, consigliato, è un ripieno gustoso e leggerissimo).
Solitamente vengono serviti con olio e una spolverata di formaggio grana, ma possono essere accompagnati con qualsiasi tipo di sugo, meglio se d’arrosto! Come riconoscere dei veri agnolotti al plin? Dalla leggerezza. Quelli fatti bene come una volta, sono talmente leggeri che continueresti a mangiarli all’infinito. Provare per credere!

Tajarin al tartufo bianco d’alba
Se volete assaggiare un piatto raffinato piemontese, dovete assolutamente assaggiare i tajarin ovvero i tagliolini. La particolarità di questa pasta tipica delle Langhe è ancora una volta la sua leggerezza. Molto sottile e dal colore vivido dovuto alla forte presenza del tuorlo dell’uovo, solitamente viene servita anch’essa col sugo d’arrosto.
Il tocco da maestro è dato dalle scaglie di tartufo bianco d’Alba. È un tartufo che si può trovare solo in Piemonte e questo ahimè ne determina l’alto prezzo. Rispetto a quello nero, più diffuso a livello nazionale, presenta un profumo e un sapore molto intenso.
Ogni anno ad Alba viene organizzata la Fiera internazionale del tartufo bianco, sempre affollatissima ed è un’ottima occasione per passare un weekend nelle Langhe e provarne la raffinata cucina!
Quest’anno si prevede che inizierà il 9 Ottobre e terminerà il 5 Dicembre. Vi consiglio davvero di segnarvi queste date in agenda e se avete l’occasione di parteciparvi, non solo per assaggiare questo primo piatto gustosissimo ma anche per concedervi tante varianti di piatti tipici conditi col tartufo e accompagnati ciascuno da un vino speciale! È davvero un’iniziativa gastronomica che vi entusiasmerà!

Secondi piatti tipici piemontesi
Tra i piatti tipici piemontesi non possono di certo mancare i secondi che vanno dalla rinomata finanziera alla piemontese allo stufato d’asino con polenta al fricandò, al carrello maxi di bolliti, alla lingua in salsa verde.. L’elenco sarebbe infinito.
Ti presento anche qui due piatti tra i più noti.
Brasato al barolo
Il brasato al Barolo è un secondo classico della cucina piemontese contadina che viene riproposto ai giorni nostri riscuotendo sempre notevole successo. Questo piatto, a base di manzo, richiede una lunga e paziente preparazione.
Prima della cottura, la carne di manzo deve essere lasciata a marinare per tutta la notte coperta dal vino rosso di Barolo, insieme a varie spezie e verdure che ne arricchiscono ulteriormente il sapore.
Successivamente dev’essere cotta insieme al vino stesso in cui ha marinato con la tecnica della brasatura che significa cuocere lentamente, molto lentamente a fuoco bassissimo fino a che il vino, le verdure e le spezie creeranno una specie di crema con la quale insaporire ulteriormente le fette di carne. Il risultato è una secondo tenerissimo che quasi si scioglie in bocca oltre ad essere estremamente saporito!

Fritto misto alla piemontese
Se ve lo state domandando, no, non è a base di pesce. Il fritto misto alla piemontese è forse uno dei piatti tipici della tradizione più elaborati che ci siano dove i sapori dolci incontrano quelli salati, mischiandosi egregiamente. Il piatto in origine tendeva ad utilizzare solo una tipologia di carne, solitamente il manzo. Nel tempo è stato arricchito anche dall’utilizzo di altre carni, della frittura impanata di verdure, polenta e mele, diventando un autentico piatto unico da assaporare da solo perché è molto ricco.
Solitamente vengono impanate e fritte anche parti che tendono a essere solitamente scarti come il fegato, i polmoni e le animelle. Questo piatto povero nasce dall’usanza tipica nelle case contadine di non scartare nulla dopo la macellazione dell’animale.

Dolci tipici piemontesi
Il Piemonte, si sa, è una regione “golosa”.
Le pasticcerie, i dolci tipici e le confetterie sono davvero tante sparsa qua e là sul territorio, ognuna con la propria specialità che vanno dagli imponenti vassoi di meringhe, alle bignole alla crema e panna, alle torte, ai prelibati marron glacé e alle tartufate mignon. Non dimentichiamoci poi che, sempre Alba, è la patria della Ferrero che produce la Nutella che non credo di doverti presentare. Siccome i dolci sono un po’ il tallone d’Achille di molti di noi, mi sbizzarrirò un po’ di più.
Bonet
Il Bonet- che si pronuncia Bunet- in piemontese significa “cappello” che, non a caso, era l’ultimo accessorio che un gentiluomo indossava prima di uscire da casa. Bonet infatti significa proprio questo: che la chiusura del pasto è vicina!
Si tratta sostanzialmente di un budino più consistente, cotto a bagnomaria, a base di cacao con un gusto più intenso tendente all’amaro come il cioccolato fondente, rispetto ai budini preparati che si trovano in commercio. Servito solitamente con amaretti sbriciolati e aromatizzati con un liquore, di solito il Fernet, perché si diceva che aiutava la digestione.
Può essere servito sia tiepido sia freddo. Da provare anche con ciuffetti golosi di panna e fettine di fragola!

Panna cotta
La panna cotta è uno dei dolci al cucchiaio più apprezzati, nato nelle Langhe piemontesi all’inizio del Novecento. Di semplice preparazione, dal gusto delicato è un dolce ideale di fine pasto che può essere servita in ogni stagione, accompagnata da un’infinita varietà a scelta di salse: caramello, cioccolato fuso oppure coulis di frutta fresca di stagione su letto di crema chantilly!

Gianduiotti
Se siete dei veri golosi e appassionati di cioccolato, dovete assolutamente assaggiare i Gianduiotti. Pensate che per questo cioccolatino dobbiamo ringraziare Napoleone Bonaparte che, dopo aver conquistato il Piemonte, aveva reso inizialmente difficili gli scambi commerciali e quindi anche l’acquisto da parte della popolazione del cacao che era diventato carissimo e introvabile.
Fu così che Michele Prochet, per sopperire alla poca disponibilità del cacao, iniziò a mescolarlo con le nocciole, in particolare la Nocciola tonda gentile delle Langhe, dal gusto delicato, dando vita a questo cioccolatino che ricorda una barca rovesciata.

Baci di dama
Questo è un dolce dalla storia romantica. Una leggenda narra infatti che i baci di dama siano nati dalla fantasia di uno dei cuochi di Re Vittorio Emanuele II che espresse il desiderio di assaggiare un nuovo dolce. Fu così che il cuoco inventò il bacio di dama, chiamato così perché i due lati della pasta a base di nocciole con in mezzo il cioccolato, richiamavano due labbra intente a baciarsi. Se vuoi, ti autorizzo ad utilizzare questa storia per conquistare la tua dolce metà, sono sicura che potrebbe piacerle!

Cri cri
Da piccola ne andavo letteralmente matta e solitamente quando ritornavo in Veneto mi piaceva sempre portare ai miei compagni di classe i “cri cri”.
Sono delle palline di cioccolato fondente con dentro la nocciola e ricoperti da piccole palline di zucchero bianco o colorato, avvolti in una stagnola dai vari colori a forma di caramella. Anche questo dolcetto sembra avere alla sua origine una storia d’amore tra una sarta di nome Cristina e uno studentello che la chiamava amorevolmente Cri Cri.

Immagino che ora mi dirai: “ Bene Linda, mi hai fatto venire una fame, dove mi consigli di provare tutti questi piatti?”
Solitamente amo andare di persona nei ristoranti e avere magari anche l’opportunità di parlare con le persone che lo gestiscono per farmi raccontare qualche piccolo aneddoto. Siccome adesso non ne ho avuto l’opportunità, questo è il motivo per cui in questo articolo ho deciso di concentrarmi solo sui piatti tipici piemontesi. Quindi molto probabilmente te ne parlerò, spero molto presto, in uno dei prossimi articoli!
Stay Tuned come dicono!
Spero che il mio articolo ti sia piaciuto. Fammi sapere che cosa ne pensi! Mi trovi anche su Instagram come etti_di_farina
Buona Esperienza Culinaria dalla vostra Weekendiera Linda.

Linda
Sono Linda, ho 28 anni. Amo viaggiare da quando sono piccola. Ho avuto la fortuna che i miei genitori mi portassero sempre con loro. Quando esploro un nuovo posto, mi piace assaggiare i piatti tipici e mi domando sempre se potrei viverci! Il mio sogno? Esplorarlo tutto!!
Nella vita sono dottoressa in Psicologia, specializzata nell'età evolutiva.