Il Vietnam è un Paese che ti entra nel cuore con la sua energia, i suoi paesaggi senza tempo e quella capacità unica di sorprenderti ogni giorno. È una terra lunga e sottile che si estende per oltre 1600 chilometri, dal confine con la Cina fino al delta del Mekong, e percorrerla significa vivere un viaggio che cambia volto a ogni tappa.
Dal caos affascinante delle grandi città alle baie leggendarie, dai villaggi che sembrano sospesi nel passato alle spiagge più autentiche e selvagge.

Quando ho pensato al mio itinerario, ho deciso di attraversarlo da nord a sud, partire dalla capitale Hanoi e arrivare fino al cuore pulsante del delta del Mekong. In mezzo, tante tappe diverse che mi hanno regalato emozioni contrastanti ma sempre intense, la magia della Baia di Halong, l’atmosfera romantica di Hoi An, le spiagge di Cam Ranh e la vitalità travolgente di Ho Chi Minh City.

Dieci giorni sono pochi, lo so, ma con il giusto ritmo diventano sufficienti per assaporare tutta l’essenza del Vietnam, un mix di natura, cultura, avventura e relax che difficilmente si dimentica.

Se stai iniziando a sognare anche tu questo viaggio, ti consiglio prima di dare un’occhiata al mio articolo Viaggio in Vietnam: tutti i consigli, dove ho raccolto dritte pratiche per prepararti al meglio. Qui invece ti porterò con me passo dopo passo, giorno dopo giorno, in un itinerario pensato per lasciarti senza fiato.

Ciao io sono Laura, fondatrice de “I WEEKENDIERI” e dopo aver trascorso 10 giorni in Vietnam, eccomi qui a darti tutti i consigli necessari.

Come muoversi in Vietnam e cosa sapere

Prima di raccontarti giorno per giorno il mio itinerario in Vietnam, voglio condividere alcune cose pratiche che ho imparato durante il viaggio e che ti saranno utilissime se deciderai di partire.

La prima cosa che mi ha colpita è stata la lunghezza del Paese. Spostarsi solo via terra è praticamente impossibile se hai pochi giorni a disposizione. Per questo ho scelto di combinare treni, auto private e soprattutto voli interni. Le compagnie vietnamite sono affidabili e i prezzi molto convenienti, quindi ti permettono di risparmiare tempo senza incidere troppo sul budget.

Ad Hanoi e Ho Chi Minh City ho scoperto che i Grab (l’equivalente del nostro Uber) sono la soluzione più comoda ed economica per muoversi, con un clic prenoti la tua corsa e in pochi minuti sei già in viaggio. Altra esperienza da provare, soprattutto nelle città più piccole, sono i ciclo, quei caratteristici risciò a pedali che ti portano lentamente tra mercati e stradine, facendoti respirare l’atmosfera locale.

C’è anche la possibilità di muoversi da Hanoi noleggiando un’auto, al link qui sotto potrai trovare diverse compagnie a confronto e scegliere l’auto che fa per te.

Parlando di auto, una cosa che ho imparato è che in Vietnam il traffico sembra caotico e senza regole, ma in realtà funziona con un’armonia tutta sua. All’inizio attraversare la strada tra motorini che sfrecciano da ogni parte mi sembrava impossibile, poi ho capito il segreto, camminare con passo costante senza fermarsi mai. Saranno loro a evitarti, fidati!

Un altro consiglio che mi sento di darti, appena atterri in Vietnam, è di attivare una eSim con Airalo. Ti sarà utilissima per navigare con Google Maps, ordinare street food o semplicemente condividere i tramonti mozzafiato del tuo viaggio. Con Airalo ti offro uno sconto del 10% sulla tua eSim, in modo da poter utilizzare subito internet appena arrivi in aeroporto. Utilizza il codice WEEKENDIERI10 al link qui sotto per avere il tuo sconto!

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Infine, ti consiglio di portare sempre con te contanti in valuta locale, i dong vietnamiti. Le carte non sono accettate ovunque, specialmente nei mercati o nei piccoli negozi. E non dimenticare che contrattare è parte integrante dell’esperienza.

Con queste piccole accortezze, muoversi in Vietnam diventa semplice e persino entusiasmante. Ora sei pronta a partire con me, iniziamo dal primo giorno ad Hanoi.

Primo giorno – Hanoi

Il mio itinerario di 10 giorni in Vietnam inizia dalla capitale, Hanoi. Una città che non assomiglia a nessun altro posto che io abbia mai visto.
Rumorosa, caotica, viva in ogni angolo, ma allo stesso tempo capace di regalare momenti di autentica poesia.

Appena arrivata, ho percepito subito il ritmo incessante dei motorini che riempiono le strade come un fiume in piena. All’inizio può sembrare destabilizzante, ma basta fermarsi un attimo, osservare, e ci si accorge che sotto quel caos apparente si nasconde un’armonia perfetta. È proprio questa energia a rendere Hanoi unica.

Il luogo che ti consiglio di scoprire per primo è l’Old Quarter, il Quartiere Vecchio. Le sue stradine strette sono un labirinto di negozi, bancarelle e piccoli templi. Ogni via era storicamente dedicata a un mestiere e ancora oggi puoi imbatterti nella strada dei fabbri, quella dei tessuti o quella delle spezie. Camminare qui è come fare un salto indietro nel tempo, ma con i colori e i profumi intensi del presente.

Tra le esperienze che non dimenticherò mai c’è stata la passeggiata intorno al Lago Hoan Kiem, un luogo amatissimo anche dai locali. All’alba ho visto gruppi di anziani praticare tai chi mentre il sole si rifletteva sull’acqua.

Per gli amanti della storia e della cultura, Hanoi offre tappe imperdibili come il Tempio della Letteratura, prima università del Vietnam, con i suoi giardini curatissimi e le stele in pietra dedicate agli studiosi del passato, oppure il Mausoleo di Ho Chi Minh, che racconta la storia di uno dei personaggi più importanti del Paese.

E poi, naturalmente, c’è la cucina. Il mio primo pranzo è stato un pho fumante, servito in una piccola trattoria di strada. Seduta su uno sgabellino basso, con le bacchette in mano e il profumo del brodo speziato che saliva dalla ciotola, mi sono resa conto che il viaggio era davvero iniziato.

Hanoi è tutto questo, un intreccio di passato e presente, spiritualità e frenesia. È la porta d’ingresso perfetta per un viaggio che, giorno dopo giorno, rivelerà tutte le sfaccettature del Vietnam.

Secondo giorno – Ninh Binh

Il secondo giorno del mio itinerario di 10 giorni in Vietnam è stato interamente dedicato a Ninh Binh, una meta che molti definiscono la “Halong Bay sulla terraferma”. E non potevo trovare definizione più azzeccata,  qui le formazioni carsiche svettano maestose non dal mare, ma dalle risaie e dai fiumi che disegnano il paesaggio con sfumature di verde e oro.

La mia avventura è iniziata con una gita in barca tradizionale lungo il fiume Ngo Dong, a Tam Coc. Seduta su una piccola imbarcazione di legno, spinta dalle rematrici locali che usano i piedi al posto delle mani, ho attraversato grotte scavate nella roccia e campi di loto in fiore. Ogni curva del fiume apriva davanti a me uno scenario sempre più spettacolare, fatto di montagne a picco, cieli limpidi e villaggi rurali dove la vita sembra scorrere immutata da secoli.

Ma Ninh Binh non è solo natura. Qui si respira anche una forte spiritualità. Ho visitato la pagoda di Bich Dong, incastonata nella roccia e circondata da una quiete quasi surreale. I gradini che salgono tra le grotte conducono a piccoli templi immersi nella vegetazione, e da lassù si gode una vista che lascia senza parole.

Un’altra esperienza indimenticabile è stata la salita a Mua Cave Viewpoint. I 500 scalini che portano fino alla cima non sono certo una passeggiata, soprattutto sotto il sole, ma lo sforzo viene ripagato da un panorama che definire mozzafiato è riduttivo. Da lassù, il fiume Ngo Dong serpeggia tra le montagne, creando una delle immagini più iconiche e fotografate del Vietnam.

Ninh Binh mi ha regalato una delle giornate più intense del viaggio tra natura incontaminata, cultura millenaria e incontri autentici. È una tappa che ti fa capire quanto il Vietnam sia un paese capace di sorprendere in ogni angolo, e che senza dubbio merita di essere inclusa in qualsiasi itinerario.

vietnam itinerario 10 giorni

Terzo giorno – Baia di Halong

Non credo di esagerare se dico che questo è stato il giorno che più aspettavo del viaggio. La Baia di Halong, patrimonio UNESCO e una delle sette meraviglie naturali del mondo, è uno di quei luoghi che si vedono mille volte in foto ma che, quando finalmente li vivi di persona, ti lasciano letteralmente senza fiato.

La giornata è iniziata presto, con il trasferimento da Hanoi al porto di Tuan Chau, dove mi aspettava la mia nave, un piccolo gioiello galleggiante. Appena salita a bordo sono rimasta incantata dalla cura dei dettagli.
La piscina a sfioro, il rooftop bar, le cabine che sembravano più suite da resort che stanze di una barca. Ho capito subito che sarebbe stata un’esperienza speciale.

Dopo il pranzo servito sul ponte ho preso parte alla prima escursione, la Luon Cave. Per entrarci si deve salire su un kayak o su una barchetta tradizionale e attraversare un tunnel naturale scavato nella roccia, che conduce a una laguna nascosta, circondata da pareti imponenti.

Poco dopo è stata la volta di Ti Top Island e una volta in cima sono rimasta senza parole, davanti a me si apriva il panorama più iconico della Baia di Halong, quello che vedi su tutte le cartoline, ma che dal vivo ha una potenza indescrivibile.

La cena è stata un vero banchetto: otto portate che raccontavano i sapori della baia, dai frutti di mare appena pescati al pesce cucinato al vapore con spezie locali.

La serata si è conclusa con una delle attività più curiose della crociera: la pesca del calamaro. Non ho avuto fortuna con la canna da pesca, ma l’atmosfera, fatta di risate e di mare calmo sotto le stelle, è stata magica.

Il mattino seguente, prima di rientrare al porto, ho preso parte a una lezione di Tai Chi all’alba e ho visitato la Sung Sot Cave, la grotta più grande della baia, che con le sue stalattiti e stalagmiti sembra una cattedrale naturale.

La crociera nella Baia di Halong è stata un’esperienza che mi ha toccato profondamente, non solo per la bellezza straordinaria dei paesaggi, ma anche perché mi ha dato il tempo di rallentare, di osservare e di lasciarmi trasportare da un ritmo diverso. Se c’è una tappa che non può mancare in Vietnam, è proprio questa.

Quarto giorno – Da Nang e Hoi An

Dopo la magia della Baia di Halong è arrivato il momento di cambiare scenario. La giornata è iniziata con il rientro ad Hanoi e da lì un volo interno mi ha portata a Da Nang, una città moderna che spesso viene vista solo come punto di transito ma che, con i suoi grattacieli e il celebre Dragon Bridge, meriterebbe almeno una sosta veloce.

Da Da Nang, in meno di un’ora di auto, ho raggiunto Hoi An, e posso dire che già durante il tragitto ho iniziato a percepire un’atmosfera diversa. La frenesia delle metropoli lasciava spazio a un paesaggio più tranquillo, fatto di campi verdi e fiumiciattoli serpeggianti.

Arrivata a destinazione, mi sono immersa subito nella sua magia tra lanterne colorate, stradine acciottolate e case in legno che sembrano uscite da un’altra epoca. Hoi An non è solo una città da visitare, è un luogo da vivere lentamente, passeggiando senza meta tra i vicoli, lasciandosi guidare dai profumi delle cucine locali e dai colori delle botteghe artigiane.

La sera, quando le lanterne si accendono e si riflettono sulle acque del fiume Thu Bon, ho avuto la certezza di trovarmi in uno dei posti più romantici di tutto il Vietnam. Un luogo che già sapevo mi avrebbe regalato esperienze indimenticabili nei giorni seguenti.

Quinto giorno: cosa vedere a Hoi An

Hoi An è una di quelle città che non si dimenticano facilmente. Dichiarata Patrimonio UNESCO, custodisce un’anima sospesa nel tempo, tra influenze cinesi, giapponesi e francesi, qui ogni edificio racconta una storia. Passeggiando nella Città Vecchia, ho avuto la sensazione di trovarmi dentro a una cartolina, con case antiche dai colori caldi, balconi in legno decorati e lanterne di seta che ondeggiano al vento.

Il simbolo più celebre è il Ponte Coperto Giapponese, risalente al XVI secolo. Non è solo un capolavoro architettonico, ma un vero legame tra le diverse comunità che hanno reso Hoi An ciò che è oggi. A pochi passi, ho visitato il Tempio di Quan Cong, uno dei più importanti esempi di architettura cinese in città, con statue di draghi e altari che raccontano secoli di tradizioni.

Le case antiche, come quella di Phung Hung e Tan Ky, mi hanno catapultata nel passato, ambienti in legno, arredi originali e altari di famiglia ancora intatti. Ogni dettaglio mi parlava di commerci lontani e di generazioni che hanno vissuto qui senza cambiare nulla.

Non poteva mancare una tappa ai mercati. Il Central Market, caotico e vibrante di giorno, e il Night Market, un tripudio di colori e profumi la sera, quando la città si accende di lanterne. Qui ho assaggiato specialità locali e osservato gli artigiani al lavoro.

Chi vuole uscire dal centro può raggiungere le spiagge di An Bang e Cua Dai, dove il ritmo rallenta e ci si può concedere qualche ora di relax sul mare. E per chi ama la storia, consiglio l’escursione al sito archeologico di My Son, con i suoi templi risalenti al regno Champa, un tuffo in un’altra epoca, circondati da natura selvaggia.

Hoi An è anche la città delle lanterne e la sera, quando vengono accese lungo il fiume e nei vicoli, l’atmosfera diventa davvero fiabesca. Camminare lungo il Thu Bon illuminato dalle luci soffuse è stato uno dei momenti più romantici di tutto il viaggio.

Tra cultura, architettura, mercati e mare, questa città offre tantissimo.
Se ti stai chiedendo cosa vedere a Hoi An, la risposta è semplice, ogni angolo, perché ogni strada regala una scoperta.

Sesto giorno – Hoi An e Cam Ranh

La mattina del sesto giorno ho dedicato ancora qualche ora a Hoi An, perché questa città non si lascia mai facilmente. Mi sono concessa una passeggiata lenta tra le stradine della Città Vecchia, approfittando delle prime ore del giorno quando il turismo ancora dorme e la vita locale scorre più autentica: le botteghe che aprono, le signore che allestiscono i banchetti di street food, i bambini che corrono verso scuola. È il momento migliore per assaporare l’anima vera di questa città patrimonio UNESCO.

Verso metà mattina ho raggiunto l’aeroporto di Da Nang, che si trova a circa 30 chilometri da Hoi An e si raggiunge facilmente in taxi o navetta privata. Da lì ho preso un volo interno per Cam Ranh, il mio prossimo punto di appoggio sulla costa centrale del Vietnam. Il volo dura meno di un’ora, ma il paesaggio cambia radicalmente, dalle lanterne e dalle architetture antiche di Hoi An a un litorale fatto di spiagge selvagge, isole incontaminate e baie spettacolari.

Arrivata a Cam Ranh, ho subito percepito un ritmo diverso, più lento, più silenzioso, lontano dalla folla. Questa zona è ancora poco toccata dal turismo di massa e conserva un fascino autentico. Le spiagge bianche e le acque limpide invitano al relax, ma ci sono anche piccoli villaggi di pescatori che raccontano la vita quotidiana semplice e genuina della gente del posto.

Ho dedicato il pomeriggio al riposo in riva al mare, lasciandomi cullare dalle onde e dal vento caldo. Dopo giorni intensi tra città, crociere ed escursioni, Cam Ranh è stata la pausa perfetta per ricaricare le energie prima di proseguire il viaggio verso sud.

Settimo giorno – Relax a Cam Ranh

Dopo il viaggio intenso dei giorni precedenti, questa tappa è stata pensata per rallentare e ricaricare le energie. Cam Ranh è una destinazione che sorprende per la sua autenticità tra spiagge dorate che sembrano infinite, acque cristalline, isolette che spuntano all’orizzonte come piccoli gioielli. È quel tipo di luogo che ti fa dimenticare l’orologio.

La giornata è iniziata con un’escursione verso una delle isole più belle della baia, Binh Lap, soprannominata le “Maldive del Vietnam” per la sabbia bianca e fine e il mare limpido che riflette mille sfumature di azzurro. Qui il turismo è ancora discreto, perciò ho potuto godermi la tranquillità assoluta, con il solo rumore delle onde e il profumo di mare nell’aria.

Un’altra tappa che consiglio è Binh Hung, raggiungibile in barca, con villaggi di pescatori pittoreschi e ristoranti galleggianti dove assaggiare pesce freschissimo cucinato sul momento. Questo è uno di quei posti dove la vita scorre lenta, dove puoi sederti a un tavolo di legno sospeso sull’acqua e gustare gamberi, calamari e granchi appena pescati.

La giornata è continuata con momenti di puro relax in spiaggia, ma Cam Ranh offre anche alternative per chi ama l’avventura, dalla Riserva Naturale di Hon Ba, con le sue cascate e foreste, al suggestivo campo di pecore di Suoi Tien, un luogo insolito e fotografico che aggiunge un tocco curioso al viaggio.

Ho concluso la giornata ammirando il tramonto dalla spiaggia con il cielo che si tingeva di rosa e arancio, il mare calmo che rifletteva i colori, e quella sensazione di gratitudine che solo un luogo così incontaminato sa regalare.

Ottavo giorno – Nha Trang

Dopo la quiete e i ritmi lenti di Cam Ranh, arrivare a Nha Trang è stato come immergersi in un’altra dimensione. Questa città costiera è una delle mete balneari più amate del Vietnam, e appena ci si avvicina si capisce il perché. Una lunga baia punteggiata da isole tropicali, un lungomare curato con palme e giardini, e un’atmosfera cosmopolita che mescola relax e divertimento.

La mattina l’ho dedicata a scoprire il mare, ho preso una barca per raggiungere l’isola di Hon Mun, considerata il paradiso delle immersioni in Vietnam. Non serve neppure essere esperti sub per apprezzarne la bellezza, basta maschera e boccaglio per ritrovarsi circondati da coralli colorati e pesci tropicali. È stata una delle esperienze marine più affascinanti del viaggio.

Rientrata in città, ho fatto tappa alla Torre di Ponagar, un complesso templare dell’antico regno Cham che domina dall’alto il fiume Cai. Passeggiando tra queste torri di mattoni rossi ho percepito quanto la storia e la spiritualità siano ancora vive a Nha Trang, nonostante oggi sia conosciuta soprattutto per il mare e il divertimento.

Nel pomeriggio mi sono spostata verso la Pagoda di Long Son, famosa per l’enorme statua bianca del Buddha che troneggia sulla collina. Da lassù la vista sulla città e sulla baia è incredibile, soprattutto quando la luce del sole comincia a scendere.

E poi, per concludere la giornata, ho ceduto al fascino più moderno della città, VinWonders Nha Trang, un parco divertimenti sull’isola di Hon Tre raggiungibile con una funivia panoramica che attraversa il mare. Non importa l’età, qui ci si diverte tra giochi, spettacoli e spiagge attrezzate.

La serata l’ho passata lungo il lungomare, tra mercati notturni, bancarelle di street food e locali dove gustare le specialità di Nha Trang, famosa anche per i piatti a base di lumache e frutti di mare.

Nono giorno –  Volo per Ho Chi Minh City

Dopo i giorni trascorsi tra mare e natura, l’arrivo a Ho Chi Minh City è stato un vero tuffo nell’energia caotica di una metropoli in continua trasformazione. Appena uscita dall’aeroporto mi sono trovata davanti a un mare di motorini che sfrecciavano in tutte le direzioni, il simbolo più autentico di questa città sempre in movimento.

Ho iniziato la giornata dal Palazzo dell’Indipendenza, conosciuto anche come Palazzo della Riunificazione. Entrarci è stato come fare un salto indietro nel tempo nelle sale presidenziali, il bunker sotterraneo, le mappe e gli arredi originali che raccontano la storia della caduta di Saigon e della riunificazione del Paese. Subito dopo mi sono spostata verso la Cattedrale di Notre Dame e l’Ufficio Postale Centrale, due gioielli dell’epoca coloniale francese. L’imponenza dei mattoni rossi della cattedrale e l’eleganza delle linee progettate da Eiffel dell’ufficio postale mi hanno fatto pensare a quanto Saigon sia un crocevia unico di culture e architetture.

La città, però, non vive solo di storia. Camminando lungo la Nguyen Hue Walking Street ho respirato l’anima più contemporanea di Ho Chi Minh City, palazzi moderni, caffè creativi, musica di strada. Qui ho scoperto il celebre Café Apartment, un vecchio condominio trasformato in un susseguirsi di bar e boutique, ognuno con uno stile diverso.

Il pomeriggio l’ho dedicato al Museo dei Residuati Bellici. Non è una visita facile, le fotografie e i reperti raccontano senza filtri gli orrori della guerra. Ma credo sia una tappa necessaria per capire davvero il Vietnam di oggi.

Prima che scendesse la sera, sono salita al Landmark 81, il grattacielo più alto del Paese, da cui si gode una vista mozzafiato sulla città, soprattutto al tramonto.

Ho Chi Minh City è stata una scoperta continua, una città che non dorme mai, dove tradizione e modernità si fondono in un mix travolgente.

Decimo giorno – Delta del Mekong

Il mio ultimo giorno in Vietnam è stato un viaggio dentro un mondo d’acqua e di tradizioni millenarie. Il Delta del Mekong non è solo una regione geografica, è un universo a sé, un intreccio infinito di fiumi, canali e villaggi galleggianti dove la vita scorre lenta, al ritmo delle correnti.

Da Ho Chi Minh City sono partita di buon’ora, e in poche ore di strada mi sono trovata davanti a paesaggi completamente diversi tra risaie a perdita d’occhio, frutteti tropicali e piccole case che si specchiano nell’acqua. La mia prima tappa è stata Can Tho, la città più grande del delta, famosa per il mercato galleggiante di Cai Rang. Arrivarci in barca, mentre decine e decine di sampan carichi di frutta e verdura colorata si muovevano davanti a me, è stata un’esperienza ipnotica. Il modo in cui i venditori espongono la merce issandola su lunghi pali di bambù mi è sembrato tanto ingegnoso quanto affascinante.

Dopo il mercato, ho navigato verso Ben Tre, terra di palme da cocco. Qui ho potuto vedere da vicino come vengono lavorati i frutti per produrre dolci tipici, caramelle e artigianato. A bordo di una piccola barca in legno, ho attraversato canali stretti circondati da palme altissime, un’immersione totale in una natura rigogliosa e ancora autentica.

Il viaggio è continuato con la visita a Vinh Long, dove ho incontrato famiglie locali che vivono di agricoltura e pesca. Ho avuto modo di passeggiare tra i loro frutteti di durian, mango e longan, e assaggiare prodotti freschissimi appena raccolti.

Non sono mancate le soste culturali, il tempio Vinh Trang a My Tho, con la sua architettura sino-vietnamita, e il villaggio dei fiori di Sa Dec, un’esplosione di colori e profumi che sembrano sospesi nel tempo. Infine, a Xeo Quyt, ho camminato tra mangrovie e trincee utilizzate durante la guerra: un luogo che unisce storia ed ecoturismo in maniera unica.

Concludere qui il mio viaggio è stato come chiudere un cerchio, dopo città, montagne, baie e spiagge, ritrovarmi in questo labirinto d’acqua mi ha regalato la sensazione di aver visto davvero tutte le anime di questo Paese straordinario.

Conclusioni

Dieci giorni in Vietnam sono volati via come un battito d’ali. Guardando indietro a questo viaggio, mi rendo conto di aver attraversato un Paese dalle mille sfumature, dal caos vibrante di Hanoi, con il suo traffico senza regole e i mercati pieni di vita, al silenzio contemplativo delle risaie di Ninh Binh. Ho navigato tra i picchi carsici della Baia di Halong, patrimonio UNESCO che sembra uscito da una leggenda, e ho respirato la poesia romantica di Hoi An, con le sue lanterne che al tramonto trasformano la città in un dipinto vivente.

Ho trovato quiete sulle spiagge di Cam Ranh, ancora lontane dal turismo di massa, e ho assaggiato l’energia cosmopolita di Nha Trang. Poi la metropoli instancabile di Ho Chi Minh City mi ha mostrato il lato più moderno e veloce del Paese, per infine accompagnarmi nel mondo sospeso del Delta del Mekong, dove la vita segue ancora i ritmi antichi dell’acqua.

Questo itinerario Vietnam 10 giorni non è soltanto una sequenza di tappe, è stato un vero e proprio viaggio nelle anime diverse di un Paese che riesce a essere allo stesso tempo antico e moderno, caotico e pacifico, selvaggio e accogliente.

Se ami i viaggi che sanno regalarti emozioni forti e ricordi indelebili, il Vietnam saprà sorprenderti ogni giorno, lasciandoti con la voglia di tornare per scoprire ancora di più.

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Laura Zampetti

Ciao, sono Laura Zampetti la fondatrice del blog www.weekendieri.com.
Una Weekendiera nata, una vera appassionata dei weekend fuori porta e di viaggi.
Ogni fine settimana vado a esplorare la nostra bella Italia per trovare posti sempre nuovi da proporvi.
Sono Travel Blogger da circa 5 anni dopo essermi licenziata da un lavoro in banca che non mi dava soddisfazioni.
Con il progetto de I Weekendieri voglio dimostrare a tutti che con anche solo 2 giorni a disposizione si possono vivere grandi esperienze!

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